Digiuno: Via di salute - casi clinici
ALCUNI CASI CLINICI DI GUARIGIONI CON IL DIGIUNO
Per questioni di spazio, non è possibile pubblicare molti casi clinici di guarigioni ottenute con il digiuno, perciò ci limiteremo a una selezione utile per far capire le potenzialità di questa terapia. Tutti i casi clinici descritti sono supportati dalla relativa cartella clinica conservata nei nostri archivi.
L’unico caso che fa eccezione è la guarigione di Rossella da una gravissima gangrena diabetica, di cui purtroppo non posseggo documentazione. A posteriori, penso che a suo tempo avrei potuto quantomeno fotografare la gamba, completamente nera da sopra il ginocchio fino a tutto il piede. Ma non ci ho pensato, anche perché probabilmente ero talmente concentrato sulla gravità del caso clinico, che non pensavo minimamente alla possibilità che un giorno avrei potuto pubblicarlo. Per questo ho voluto descrivere la sua storia nei dettagli, facendomi aiutare anche dalle persone che consigliarono a Rossella il mio nome. E iniziamo proprio da qui.
LA GANGRENA DIABETICA DI ROSSELLA
Una mattina, di sabato, mentre ero a studio medico, ricevo una telefonata da un ragazzo, il quale mi dice che la madre si era messa da qualche giorno a digiuno, in quanto affetta da grave gangrena diabetica, e mi prega di andarla a visitare poiché era molto preoccupato. In precedenza era stata dimessa da tutte le strutture sanitarie che ritenevano l’amputazione dell’arto l’unica soluzione. La signora aveva firmato e si era fatta dimettere, preferendo tentare un digiuno, piuttosto che perdere la gamba. Immaginai che il ragazzo avesse cercato un esperto di digiuno su internet, e gli chiesi dove abitassero. Mi rispose che abitavano a piazza Farnese, a Roma. A quel punto, non potei fare a meno di chiamare un taxi e correre a vedere di che si trattasse. In dieci minuti arrivai a destinazione e citofonai al nome che mi era stato indicato. Salii le scale di un bellissimo palazzo e trovai il ragazzo già con la porta aperta ad aspettarmi.
Mi pregò di entrare, e mi accompagno nella stanza da letto, dove si trovava la mamma, che si chiamava Rossella, di circa 50 anni. Guardai la gamba e mi resi conto della gravità del problema, poiché la gangrena diabetica aveva colpito una gamba a partire dal ginocchio fino a tutto il piede. Ripeto: le sue condizioni erano talmente gravi che tutte le cliniche alle quali si era rivolta, compresa l’università, le avevano detto che l’unica strada terapeutica era l’amputazione dell’arto. Rossella fu molto diretta con me, e mi chiese: “dottore, cosa avrebbe fatto lei al mio posto? Si farebbe amputare la gamba oppure tenterebbe un digiuno?” Bella domanda! Ero davvero in crisi, ma mi feci coraggio e iniziai a riflettere nel modo più asettico possibile, scevro da ogni tipo di emotività: Rossella aveva bisogno di una risposta lucida! Fortunatamente mi venne in mente il grande naturopata francese Andrè Passebecq, che avevo conosciuto nel 1991 a Roma, al Congresso Internazionale sul Digiuno. Passebecq era un Igienista della scuola di Shelton, ed anche un esperto di digiuno, e portò al congresso alcuni casi davvero eclatanti di guarigioni di malattie dell’apparato circolatorio. In quel congresso c’era anche il grande cardiochirurgo Gaetano Azzolina, anche lui fautore del digiuno.
Un po’ per il ricordo dei casi clinici di Passebecq, un po’ per intuito, risposi a Rossella che io, al suo posto, avrei preso la stessa decisione: meglio tentare il digiuno, piuttosto che amputare la gamba. Rossella fu abbastanza sollevata dalla mia risposta. A quel punto, non mi restò che spiegarle come avrebbe dovuto effettuare un buon digiuno, senza commettere errori. Ad esempio, le dissi che non poteva certo continuare a bere acqua di rubinetto se voleva salvare la gamba… E le diedi altri importanti consigli. Il digiuno di Rossella durò oltre 50 giorni. Dopo qualche tempo, venne nel mio studio per altri motivi e mi fece estremamente piacere rivedere che quella gamba era ritornata al suo colore normale.
Diversi anni dopo ho saputo, per caso da un’altra persona, che il figlio di Rossella non mi aveva cercato su internet, ma gli ero stato consigliato da un loro grande amico di famiglia, detto “il Dreamer”. E’ stato solo a quel punto che mi sono spiegato perché a suo tempo Rossella mi aveva regalato il libro scritto proprio dal “Dreamer” dal titolo “La Scuola degli Dei”; uno dei più bei libri che abbia mai letto. Il “Dreamer” è un grandissimo fautore del digiuno, e ho avuto anche il piacere di conoscerlo di persona.
Oggi, dopo aver visto altri miei pazienti letteralmente miracolati riguardo a malattie dell’apparato cardiovascolare, mi rendo conto di aver dato a Rossella il consiglio migliore: continuare la strada intrapresa ed effettuare il digiuno, che poi l’ha salvata.
LUCIANO: UN CASO GRAVISSIMO DI MALATTIA CARDIOVASCOLARECON DIABETE SCOMPENSATO TIPO II E GRAVE OBESITA'
Paziente di nome Luciano, nato nel 1950, aveva avuto un infarto nel 2003, complicato da arresto cardiaco, con successivi 2 stunt. Nonostante in seguito fosse stato sottoposto al classico protocollo di cura previsto in questi casi (anti-ipertensivo, aspirinetta, vasodilatatore, anti-colesterolemico, ecc.), nel corso degli anni ha dovuto mettere altri 7 stunt, per un totale di 9.
L’8 giugno 2013, alle ore 4.55 del mattino, il paziente viene ricoverato d’urgenza. Nel foglio di ingresso si legge: “Il paziente lamenta intensa epi-gastralgia. All’ECG ritmo sinusale con segni di pregressa necrosi anteriore e inferiore. Pregresso infarto acuto del miocardio nel 2003, complicato da fibrillazione ventricolare primaria e arresto cardiaco, con successivo doppio stunt”.
Alle ore 6.10 persiste intensa epigastralgia, per cui gli vengono iniettate due dosi di 3 e 2 mg di morfina endovena. Sul foglio di dimissioni dell’11 giugno 2013 si legge: “Si dimette il signor Luciano… con diagnosi di cardiopatia ischemica, pregresso infarto acuto del miocardio, complicato da Fibrillazione Ventricolare primaria. Pregressa Angioplastica + stenting per occlusione di IVA (2004) e su stenosi ipercritica di CDX. Diabete mellito tipo 2”. La terapia, al momento della dimissione era composta dalla cardioaspirina, da una statina (crestor), da un beta-bloccante (congescor), da insulina rapida e lenta (novorapid e lanthus), da un antiipertensivo (combisartan), da un gastroprotettivo (pantorc), da un antianginoso (deponit) e infine da un antitrombotico (brilique o plavix). Prima dell’estate 2013 gli viene praticata una nuova angioplastica, dopo quella del 2003. A questo punto, il figlio di Luciano, Enrico, “decide” di prendersi cura della salute del padre e lo invoglia a venire in visita medica, cosa che si verifica il 18 ottobre 2013. Da quel momento in poi la vita di Luciano è completamente cambiata…
Effettua un iniziale periodo di dieta vegetale della durata di circa 20 giorni, seguita da un digiuno terapeutico dal 31 gennaio al 7 febbraio 2014, grazie al quale Luciano ha ripreso a sentirsi bene ed in forma, sospendendo tutte le medicine, compresa l’insulina. I valori del diabete scompensato sono tornati nella norma, così come quelli della pressione. Inoltre, il peso è passato dagli iniziali 112 kg ai 99 kg del dopo digiuno. L’8 febbraio 2014, giorno del mio compleanno, mi arriva a casa una graditissima sorpresa da parte di Luciano: la «zizzona», la mozzarella di bufala più famosa del mondo, grazie al film «Benvenuti al Sud». La stessa cosa è accaduta l’8 febbraio 2015. Luciano continua a stare benone…
LISA: IL DIGIUNO PER RINASCERE A NUOVA VITA
Lisa, 41 anni, musicista, viene in prima visita l’11 ottobre 2005. Era affetta da iperaldosteronismo, ipercolesterolemia e tiroidite. Per queste patologie assumeva da anni spirolang 50, sivastin da 40, e 100 mcg di eutirox al giorno. Inoltre, era affetta da un grave sovrappeso, per non dire obesità. Per curarsi con la maggiore efficacia possibile inizia un digiuno il 19 giugno 2006, partendo da 96.5 kg. Il 30 giugno 2006, ultimo giorno di digiuno, arriva a pesare 88.5 kg: dunque un dimagrimento di 8 chili in 11 giorni. L'8 marzo 2007, festa della donna, dopo neanche 10 mesi di cure, con piccoli cicli di richiamo di digiuno, raggiunge il peso di 61.900 kg. In più, la completa sospensione dell'ormone tiroideo e la funzionalità tiroidea perfettamente recuperata. Oltre all'ormone tiroideo, sospende anche gli altri farmaci (statina e spirolang). Ultimo aggiornamento di fine giugno 2007: la paziente pesa 59.700. 40 chili in meno in un anno esatto. Per di più in perfetta salute ed eliminando tutte le medicine...
UNA GRAVE SINDROME METABOLICA
Signora di 64 anni inizia un digiuno nel mese di marzo 2002; il suo problema, comune a tantissime persone, era di soffrire di una condizione nota come “Sindrome Metabolica”, caratterizzata da 3 o 4 o 5 malattie concomitanti, a scelta tra diabete, ipertensione, colesterolo, trigliceridi e sovrappeso. Nel caso in questione, c’era un grave diabete, l’ipertensione e il sovrappeso. Da pochi mesi assumeva insulina (nelle ultime analisi che aveva fatto, la glicemia a digiuno era risultata di 368 mg/dl e quella post-prandiale addirittura a 550 mg/dl, quindi a livelli di coma diabetico). Il suo peso era di 80 chili. Inoltre la paziente assumeva farmaci anti-ipertensivi e 150 mg di ormone tiroideo in seguito all’asportazione totale della tiroide. Le fu detto di sospendere, durante il digiuno, tutti i farmaci eccetto l’ormone tiroideo, che gradualmente sarebbe stato poi ridotto nel periodo post-digiuno, in quanto concausa dello stato ipertensivo. La signora effettuò un digiuno di 13 giorni e fin dal primo giorno sia i valori di glicemia che la pressione si normalizzarono, nonostante la sospensione dei farmaci, ed il peso arrivò a 72 chili. Finito il periodo di digiuno, la signora iniziò il reintegro del cibo e dopo circa una settimana passò alla dieta metabolica, cioè ad un’alimentazione normale basata sulle sue caratteristiche metaboliche e psico-emozionali. Nei mesi a seguire i suoi 72 Kg diventarono 70, la pressione e la glicemia si sono mantenute nella norma, senza alcun bisogno di farmaci, ed è stato possibile ridurre l'ormone tiroideo da 150 a 100 mg.
UNA GRAVE PSORIASI PALMO-PLANTARE
Signora di 70 anni, viene in visita il 28 giugno 2012 per una grave forma di psoriasi palmo-plantare, con fissurazioni sanguinanti. Si era convinta a curarsi con la Medicina Biologica alcuni giorni prima, dopo aver visto gli splendidi risultati ottenuti dalla figlia che aveva fatto un digiuno di 2 settimane. Per questo, aveva deciso di prenotare la settimana di digiuno che sarebbe iniziato il 30 giugno. Visto che c’era, aveva deciso di effettuare anche il check-up funzionale. Il 7 luglio, alla fine della settimana di digiuno di gruppo, la psoriasi era praticamente scomparsa, con sua immensa soddisfazione.
UN'ALTRA SINDROME METABOLICA
Un altro caso di “Sindrome Metabolica: nell'aprile 2000 iniziò un digiuno un signore di 44 anni, manager, affetto da ipertensione e ipercolesterolemia, problemi per i quali assumeva dei farmaci. Il suo peso era di 85 Kg, troppi per una persona di costituzione magra e di media statura. Le medicine vennero sospese fin dal primo giorno e nelle due settimane di digiuno la pressione si mantenne regolare, sui 120/80. Quando il paziente terminò il digiuno pesava 76,5 Kg. Iniziò, quindi, il periodo di mantenimento con la dieta metabolica, venendo a studio ogni settimana fino al 9 agosto 2000, quando il suo peso era arrivato a 66,9 Kg e pressione e colesterolo continuavano a mantenersi nella norma. Successivamente abbiamo continuato a vederlo con cadenza mensile fino al 5 aprile 2002, quando il suo peso si era ormai stabilizzato sui 61 Kg e la sua pressione continuava ad essere 120/80. Ricordiamo con molto piacere questo paziente perché, pur non essendoci alcuna necessità di continuare a venire nel nostro centro medico, passava volentieri a trovarci per ringraziarci, non tanto per il dimagrimento, quanto per avergli permesso di affrancarsi per sempre dalla pasticca della pressione che lui aveva sempre detestato.
UN QUADRO CLINICO MOLTO SEVERO
Signora di 46 anni, viene a studio nel dicembre 2000 con un quadro clinico molto serio. Era stata operata qualche anno prima di tumore all’intestino, soffriva di asma e allergia con immunoglobuline E elevatissime (oltre 5000 per valori normali da 10 a 200); inoltre presentava uno stato di notevole sofferenza renale (con valori di creatininuria e clearance molto bassi), ipertensione, ipotiroidismo e tiroidite autoimmune di Hashimoto. A tale proposito nei mesi precedenti i valori degli anticorpi anti-perossidasi erano stati costantemente molto alti (sempre ben oltre 1000 per valori normali fino a 35) e quelli degli ormoni tiroidei molto alterati con forti fluttuazioni sia verso il basso che verso l’alto (il TSH era costantemente a 0). Vi era inoltre una VES elevata e la presenza di anticorpi antinucleo. Per tutto questo assumeva molti farmaci: ormoni tiroidei, un farmaco anti-ipertensivo, un farmaco per la tiroide e alcune medicine omeopatiche. A livello sintomatico, nel compilare la cartella clinica, la paziente riferiva moltissimi sintomi: forte stanchezza, rinite, asma ed allergia, mancanza di concentrazione, aumento di peso, estrema freddolosità, affanno, emorroidi e ragadi, gonfiore e pesantezza alle gambe, bocca amara, difficoltà digestive, acidità di stomaco, flatulenza, eczema e dermatite, dolori mestruali, lombalgia e dolori articolari, ansia, agitazione, depressione e demotivazione nella vita quotidiana. Da notare che abbiamo riportato solo i sintomi che, di suo pugno, aveva evidenziato con due crocette, tralasciando quelli segnati con una sola crocetta. Decidemmo che un quadro così complesso e grave poteva essere affrontato solo con una terapia che rappresentasse una sorta di resettaggio dell’organismo: il digiuno. La signora iniziò il suo digiuno nel dicembre del 2000 con un peso di 79,5 Kg, effettuando 12 giorni di terapia fino al 23 dicembre, giungendo ad un peso di 72,9 Kg; in quei giorni sospese tutti i farmaci, eccetto gli ormoni tiroidei. Durante il digiuno l’asma scomparve, la pressione si normalizzò e, in generale, tutti i sintomi migliorarono in modo netto. Subito dopo Natale iniziò il periodo di mantenimento con una seduta di agopuntura settimanale per ottimizzare i risultati raggiunti e mantenere il peso raggiunto, che infatti si stabilizzò tra i 69 e i 70 Kg. Asma e ipertensione non si ripresentarono più e si ridusse gradatamente anche il dosaggio degli ormoni tiroidei fino alla sospensione completa nel febbraio 2001. Oltre all’agopuntura e ai consigli nutrizionali, la signora venne curata anche con varie medicine biologiche (immunologia omeopatica, organoterapia, oligoterapia, fitoterapia).C’è da dire però che già poche settimane dopo la fine del digiuno, la signora effettuò nuove analisi che, con sua grande sorpresa, risultarono perfette: il TSH si era normalizzato, così come gli ormoni tiroidei. Ancora più sorpresa fu, però, del fatto che anche gli anticorpi anti-TPO erano perfettamente nella norma. La signora continuò il suo mantenimento fino a giugno 2001, ottimizzando sempre più i fantastici risultati ottenuti con il digiuno.
UN DIABETE GRAVISSIMO
Questo caso, riportato in modo molto sintetico, riguarda un signore di 63 anni, che nell'ottobre dei 2001 presentava un grave diabete con una glicemia spesso superiore ai 400 mg/di e soffriva di ipertensione. Per questo assumeva diversi farmaci: 3 compresse al giorno di ipoglicemizzanti orali e un farmaco anti-ipertensivo. Presentava inoltre vari altri sintomi: stanchezza, colon spastico, forte gastrite, artrite, artrosi, vene varicose, dermatite e sovrappeso. Anche questo paziente trovò gli stessi eccezionali benefici dei pazienti precedentemente esposti. Conserviamo in cartella un foglio sul quale, di suo pugno, il nostro paziente annotava i valori della glicemia dopo il digiuno, specificando che non assumeva più alcun farmaco: i valori riportati erano stabilmente sotto i 100, segno evidente che il digiuno aveva normalizzato la glicemia e che la dieta metabolica li stava ancor più stabilizzando.
Ovviamente era anche dimagrito (8 Kg in meno).
UN POSSIBILE EFFETTO COLLATERALE DEL DIGIUNO: GUARIRE DALLA PSORIASI
Questi tre casi sono dedicati alla psoriasi, una malattia molto seria e, purtroppo, quasi impossibile da curare. Per questo, guarigioni totali e durature di casi gravi di psoriasi meriterebbero uno spazio molto più ampio. Ricordo tanti pazienti completamente guariti. Racconto questi tre casi, poiché nessuno di questi pazienti aveva sperato di curare la psoriasi, ma avevano iniziato il digiuno “solo” per rimettersi in forma e dimagrire.
Il primo caso riguarda un avvocato, venuto a studio nel 1994, dopo che era già dimagrito da 133 a 120 Kg. Sottoposto ad un paio di digiuni, nell'arco di alcuni mesi arrivò a pesare 92-93 Kg e vide scomparire la sua grave forma di psoriasi. Per molti anni è stato bene, con piccole ricadute di psoriasi, facilmente gestite dal paziente stesso, e dovute al fatto di non essere stato attentissimo a seguire i nostri consigli nutrizionali in chiave qualitativa. Per quanto riguarda il peso, in ogni caso, dopo molti anni, continua a pesare 92 Kg.
Il secondo caso riguarda una signora sui 60 anni che nel 2001 aveva fatto un digiuno per dimagrire, riuscendo a perdere 7-8 Kg. Anche a lei, come effetto “secondario”, ma non certo indesiderato, era scomparsa la psoriasi. Tornata a studio nel 2002, nel corso del piccolo incontro preliminare, ci confessò che purtroppo “era tornato tutto come prima”, perchè fatto svariati eccessi. Le facemmo notare che i miracoli del digiuno vanno anche mantenuti con un discreto stile di vita. A quel punto, la signora, intuendo che forse ci stavamo riferendo alla sua psoriasi, si affrettò a specificare, facendo pure gli scongiuri, che intendeva parlare dei sovrappeso e non della patologia della pelle, che per sua fortuna non si era più ripresentata.
Il terzo caso riguarda una paziente sui 30 anni che, evidentemente soddisfatta dei risultati ottenuti con il digiuno, aveva accompagnato una sua amica a fare un colloquio informativo, per dimagrire. Nel corso di questo colloquio preliminare ricordo che parlai un pò in generale del digiuno, sottolineandone anche l'aspetto disintossicante.
La mia paziente, con la quale avevo un rapporto confidenziale, mi guardò con un’aria di amorevole rimprovero, ricordandomi che a lei era completamente sparita la psoriasi, un po’ sorpresa dal fatto che io non lo ricordassi. Le risposi che non potevo ricordare tutto, ma mi fece molto piacere la sua “testimonianza in diretta”.
IL CUORE NUOVO DI ANTONIO
Storia di un caso clinico eccezionale
Questo è l'incredibile caso clinico di Antonio (incredibile solo per chi non conosce le potenzialità del digiuno, ovviamente...). Anni fa, nel 2008, venni a conoscenza di uno studio scientifico, pubblicato su PUB MED, che dimostrava che digiunare anche un solo giorno al mese protegge il cuore, riducendo del 46% il rischio di problemi alle coronarie. Il caso clinico che descriviamo dimostra che le potenzialità del digiuno in chiave cardiovascolare vanno anche molto oltre: un digiuno, infatti, può letteralmente salvare la vita. Certo, è molto difficile, se non impossibile, trovare qualcuno che affidi la salute del proprio cuore al digiuno, perché sappiamo tutti quanto siano forti i condizionamenti della cardiologia e dei cardiologi.
Perciò, è più facile che si affidi al digiuno solo chi è all’ultima spiaggia e deve tentare il tutto per tutto. Ed è questo il caso di Antonio che, grazie a una “coincidenza” che racconterò più avanti, ha deciso di effettuare un digiuno terapeutico per una gravissima patologia cardiaca. Partiamo dall’inizio: il 6 giugno 2012 mi arriva un suo fax il cui oggetto era “Lettera di dimissioni dal reparto di cardiologia di Padova”. Nella prima pagina mi chiede di visionare la documentazione, per valutare la possibilità di inserirlo nel digiuno di gruppo che sarebbe iniziato il 30 giugno 2012. Questi sono alcuni stralci della documentazione: “Egr. collega, dimettiamo il signor Antonio C……, di anni 76, ricoverato nel nostro reparto dal 4/4/2012 al 13/4/2012: il paziente, iperteso, dislipidemico, diabetico, riferisce IMA (infarto acuto del cuore) nel 1994…. A novembre 2008 riferisce ricovero per dolore toracico… Nel maggio 2009 è stato sottoposto ad impianto pacemaker modello………Successivamente il pacemaker fu riprogrammato per la comparsa di tachicardia… Da circa 3 mesi il paziente riferisce dispnea ingravescente da sforzo, associata a senso di oppressione retro sternale”. Su consiglio del cardiologo di fiducia, eseguiva una scintigrafia miocardica che diceva: “La scintigrafia miocardica mostra ipoperfusione dei segmenti anteriore-medio e infero apicale e in parte ipoperfusione anche del segmento inferiore-medio. Pure ipoperfuso appare in parte il segmento inferiore medio. La valutazione di quest'ultimo reperto è ostacolata dalla sovrapposizione di attività extra-cardiaca della parete ventricolare inferiore. Le immagini mostrano lieve ipocinesia della parete inferiore ed apicale del ventricolo sinistro". In data 6/4/2012 il paziente veniva sottoposto anche a studio ventricolocoronarografico con riscontro di: "Coronaropatia critica trivasale, con ramo discendente anteriore con occlusione totale (100%), ramo diagonale con subocclusione calcifica (95%), ramo circonflesso con stenosi critica (80%) di ramo marginale ottuso, coronaria destra diffusamente ectasica con stenosi critiche distali (80%) del ramo discendente, posteriore e ramo posterolaterale. Eseguita angioplastica su ramo marginale ottuso con stenosi residua 20%. Tentativo di rivascolarizzazione del primo ramo diagonale inefficace per impossibilità a superare la lesione. Esiste indicazione alla prosecuzione della terapia medica (poiché non è eseguibile una rivascolarizzazione miocardica percutanea), in attesa di una nuova scintigrafia miocardica a distanza di 4-6 mesi. In conclusione, dimettiamo il suo assistito con diagnosi di: “Angina instabile in soggetto con coronaropatia critica trivasale. Angioplastica percutanea su ramo marginale ottuso, con attuale indicazione a proseguire la terapia medica (cardioaspirina, plavix, seloken, enapren, inegy, triniplas, lucen, eskim, lasix, norvasc, kcl retard)". Questo era il quadro clinico del paziente a metà aprile: anche chi non si intende di cardiologia può facilmente intuire che le prospettive per questa persona erano disperate. Infatti, nonostante assumesse da molto tempo tutti quei farmaci, compresa inegy (unione di una statina e un’altra sostanza, l’ezetimibe), la situazione del suo cuore era critica, con occlusioni totali o critiche di tutte le più importanti coronarie, e impossibilità a fare altri tentativi di rivascolarizzazione percutanea (cioè impossibilità a fare altre angioplastiche). Perciò, era stato dimesso dall’ospedale solo con la terapia farmacologica, composta da oltre 10 farmaci, che peraltro a nulla erano serviti in passato, visto che aveva le coronarie chiuse dall'80 al 100%, e visto che alla scintigrafia il cuore era risultato “ipoperfuso”, cioè con pochissimo afflusso di sangue. Tornato a casa, Antonio continuava ad avere un continuo stato di angina pectoris e dispnea, 24 ore al giorno, nonostante prendesse anche la trinitrina.Era la classica spada di Damocle: ogni giorno poteva essere fatale per Antonio!
LE COINCIDENZE
Come mai Antonio ha deciso di fare un digiuno, di cui non aveva mai sentito parlare? In realtà, il “merito” è stato della figlia, che agli inizi di giugno aveva deciso di fare 15 giorni di digiuno per “resettare” uno stato di depressione e malessere generale, che l’aveva portata anche ad un sovrappeso mai avuto prima (grazie, ovviamente, anche ai farmaci antidepressivi..!).
Qual è la coincidenza significativa? La coincidenza è che la “ragazza” decide di fare una foto del proprio viso il primo giorno di digiuno e di inviarla via mail ai genitori che abitano in una città del nord. Successivamente, verso il quinto giorno, fa un’altra foto del viso ed invia anche questa ai genitori, che in tal modo possono rendersi conto dello straordinario cambiamento della figlia in soli 5 giorni (al di là del dimagrimento, visto che le 2 foto riguardavano solo il viso). A quel punto Antonio decide di contattarci, per capire se un digiuno avrebbe potuto aiutarlo a migliorare le condizioni cliniche del suo cuore. Infatti, il 6 giugno ci invia questa mail: “Egr. dottore, come da accordi presi con mia figlia, le invio la documentazione della mia condizione clinica, al fine di valutare la possibilità di inserirmi nel programma di digiuno di gruppo… Vorrei anche prenotare una visita presso il suo studio per mia moglie B…………, che soffre di una psoriasi palmo-plantare abbastanza grave, trattata attualmente con cortisonici”. In base alla mia risposta avrebbero deciso o meno di partecipare al digiuno di gruppo che era in programma dal 30 giugno al 7 luglio 2012. Io rispondo che la sua signora avrebbe senz’altro potuto trarre grandi benefici dal digiuno, visto che già altre volte avevo assistito a guarigioni della psoriasi.
Quanto al cuore di Antonio dissi che, facendo una profonda disintossicazione del connettivo (o matrice) nulla poteva essere escluso, e dissi anche che nel corso del digiuno di gruppo avrei anche spiegato cosa fosse questa matrice, e di come fosse possibile qualsiasi miracolo se l’avessimo disintossicata e ripulita. Del resto, l'alternativa per Antonio era aspettare solo il "colpo di grazia"... Evidentemente sono stato convincente, perché i due coniugi decidono di venire al digiuno di gruppo.La settimana di digiuno è stata molto positiva sotto tutti gli aspetti, a cominciare dalla psoriasi che era praticamente sparita, con immensa soddisfazione di B...... Restava la cosa più importante: come avrebbe reagito il cuore di Antonio? Benissimo, a giudicare dal fatto che dopo soli due giorni sono completamente spariti sia il dolore anginoso, sia la dispnea. Alla fine della settimana di cura gli dissi che avrebbe dovuto seguire anche una dieta particolare, escludendo TUTTE le proteine per 2 mesi, e che solo la cardioscintigrafia prevista per settembre avrebbe potuto documentare un eventuale miglioramento delle condizioni del cuore. Era la speranza di tutti, ovviamente, ma non potevo certo darlo per scontato, anche perché non potevo essere sicuro del fatto che Antonio si sarebbe comportato come da me indicato ed auspicato. Oltretutto, gli dissi che avrebbe fatto bene a togliere Enegy, cioè la "nuova statina", visto che sembra dimostrato che questa molecola non solo non toglie la placca, ma addirittura la favorisce, cosa che in Antonio sembrava evidente; infatti la prendeva da diversi anni e le condizioni del suo cuore era via via peggiorate sempre di più.
Nel corso del digiuno di gruppo parlai anche della ridicola invenzione delle case farmaceutiche secondo cui una sostanza oleosa, cioè il colesterolo, possa attaccarsi alla parete delle arterie. Ad ogni modo, Antonio eliminò l’Inegy, e fu bravissimo nei 2 mesi a cavallo dell'estate, anche se era terrorizzato all’idea di rifare la scintigrafia miocardica il 19 settembre, per la paura di non essere migliorato, e casomai di essere anche ulteriormente peggiorato. Nelle mail di quel periodo lo rassicuravo, facendogli notare che stava bene, e che dunque non ci aspettavamo risultati negativi. In realtà, Antonio è stato premiato in modo assolutamente insperato, visto che i cardiologi dell'Università di Padova non credevano ai loro occhi quando hanno messo a confronto la vecchia scintigrafia con quella nuova. Ecco la mail che Antonio ci ha inviato dopo la scintigrafia miocardica del cuore, il 19 settembre 2012: “Carissimo Salvatore EVVIVA EVVIVA EVVIVA, il mio cuore è migliorato in soli 3 mesi! Siamo appena tornati dal controllo cardiologico ed il cardiologo mi ha detto che sono migliorato poiché la scintigrafia dice testualmente: " Rispetto alla precedente indagine del 29/02/12 nelle sezioni tomografiche ottenute dopo iniezione durante test farmacologico si osserva ora solo lieve ipoperfusione del segmento infero settale medio. Le immagini sincronizzate con ciclo cardiaco (G-SPET) non mostrano significative patologiche alterazioni nella cinetica del ventricolo sinistro". Queste diciture a te diranno molto a me pochissimo, se puoi spiegarmi bene cosa è successo al mio cuore te ne sarei grato. Il cardiologo non mi ha spiegato granché, quello però che mi ha stupito è che l'esito della scintigrafia lo ha lasciato parecchio pensieroso, forse tu capirai perché, si è riguardato ben bene le immagini poi, quando gli ho detto che dal 1 luglio avevo sospeso le statine, mi ha urlato dietro che ho fatto la più grossa cavolata che potevo fare e che (udite udite!!) era già un miracolo che fossi migliorato nonostante ciò. Io avrei voluto dirgli che forse ero migliorato solo per ciò, ma non ho osato temendo di rischiare che mi dicesse di trovarmi un altro cardiologo…”
Un cuore nuovo batteva nel petto di Antonio
Passano molti mesi, e riceviamo una nuova mail nel mese di maggio 2013, inviataci dalla moglie di Antonio, che ci scrive: "...il cuore di Antonio sta benone, la sua cardiologa di fiducia lo ha trovato mooolto migliorato e.....(al contrario di tutti i cardiologi fra cui il cardiochirurgo che ha voluto rivedere le sue scintigrafie per controllare il suo miglioramento) ha riconosciuto che in effetti è vero che il digiuno rimette in sesto il corpo tant'è che adesso anche lei ogni tanto lo fa" !!!
CONSIDERAZIONI E RIASSUNTO FINALE
Questa è la storia di Antonio, il cui digiuno ha permesso di far ritornare “vivo” un cuore dato ormai da tutti per spacciato, e la cui diagnosi era “critica”, non potendo neanche più essere sottoposto ad angioplastica: un cuore in cui il sangue non arrivava più, e perciò “ipoperfuso” in ogni segmento, e in più con “ipocinesia” (ridotta contrattilità) della parete inferiore ed apicale del ventricolo sinistro. Grazie al digiuno e a una corretta alimentazione, dopo solo due mesi e mezzo, il cuore mostrava finalmente “solo lieve ipoperfusione”, senza più alterazioni della cinetica del ventricolo sinistro. Questa storia clinica termina con la lettera scritta dal cardiologo dell’ospedale alla cardiologa di Antonio: “Egregio collega, il paziente Antonio C….…… è attualmente asintomatico e in buon equilibrio emodinamico. Una recente scintigrafia miocardica è risultata positiva e migliorata rispetto alla precedente… Al momento deve ottimizzare la cura con i seguenti farmaci…”. E gli ha prescritto di nuovo i soliti 10-12, tra cui Inegy, che Antonio aveva fortunatamente sospeso. Ricordiamo che Antonio, prima del digiuno, aveva un costante senso di angina, cioè di costrizione retro sternale, che è immediatamente passato con il digiuno. Ricordiamo anche che Antonio assumeva Inegy da almeno 7 anni, e che il suo cuore e le sue arterie erano sempre andati peggiorando, fino a diventare inoperabile. La domanda più interessante che A ha fatto ai cardiologi è stata proprio questa: come mai con Inegy e tutte le altre medicine, prese per anni, è andata sempre peggio, mentre sospendendo le medicine e facendo il digiuno il cuore è rinato? Risposta della cardiologa: “lasciamo perdere, e pensiamo ai medicinali”… Ma, del resto, un medico che non conosce le potenzialità del digiuno cosa deve dire? Continuerà a pensare che Antonio sia stato fortunato, essendo via via peggiorato nei passati 7 anni, nonostante i farmaci, ma stranamente miracolato in soli 2 mesi… Questo accadeva nel settembre 2012. Alla fine di giugno 2013 veniamo a sapere che quel cuore “nuovo” continua a star bene, grazie al digiuno e all’affidabilità di Antonio nel seguire le cure che gli abbiamo dato. Nello stesso tempo, la cardiologa di fiducia, che un anno prima l’aveva preso per pazzo, adesso ogni tanto il digiuno lo fa anche lei….
Qui in basso si possono visionare le due scintigrafie di Antonio: la prima risale al mese di febbraio 2012, mentre la seconda è del mese di settembre 2012